Chi siamo
Dal 2013 all’interno dell’Istituto di Psicoanalisi “H.S. Sullivan” si è costituito un gruppo-studio con l’obiettivo di approfondire i presupposti teorici dei vari modelli di psicoanalisi di gruppo, scambiarsi esperienze, collegare aspetti teorici ad elementi clinici.Il gruppo è coordinato da Alida Cresti e composto da psicologhe psicoterapeute con la stessa formazione psicoanalitica effettuata presso la scuola di specializzazione IPA Sullivan nella quale, fin dall’inizio della sua istituzione negli anni settanta, è previsto nel percorso formativo oltre all’analisi individuale anche l’analisi di gruppo.
I membri del gruppo studio hanno esperienza di lavoro con gruppi all’interno di istituzioni pubbliche, private e del privato sociale.
L’approccio Interpersonale
Ci caratterizza infatti, sia nell’analisi individuale che nell’analisi di gruppo, un’attenzione alla relazionalità della vita psichica, alla costituzione relazionale del Se e all’unità mente-corpo-relazione.
La situazione terapeutica viene considerata come un campo esperienziale in cui vi è una co-costruzione di significati dati dalla condivisione di elementi affettivi ed emotivi dei partecipanti, in cui l’analista è osservatore partecipe nella funzione di negoziare nel qui e ora le configurazioni se-altro. La relazione terapeutica è quindi considerata anche come un luogo di incontro di inconsci. Il transfert non si modella soltanto sulle esperienze passate del paziente, ma è inoltre determinato dalla presenza dell’analista reale che entra nella relazione con le proprie configurazioni consce ed inconsce.
La natura della relazione terapeutica è un processo volto a favorire la crescita della mente relazionale, a co-costruire insieme la possibilità di contattare zone emotive traumatiche e zone dell’esperienza non formulata, preriflessiva, preverbale, ampliando il mondo emotivo-affettivo, e determinando una maggiore fiducia negli altri.
Seguendo la prospettiva interpersonale, ci siamo proposte di esplorare ambiti teorici e clinici diversi, al fine di individuare i punti di convergenza e divergenza dei vari modelli teorici, di riflettere e approfondire i diversi concetti, quali ad esempio l’inconscio del gruppo, il campo analitico, la funzione del gruppo, la funzione analitica della mente, la funzione del conduttore all’interno del gruppo, i transfert multipli, ecc. Con un atteggiamento mentale, per quanto possibile, privo di aprioristici condizionamenti ed aperto ad eventuali contaminazioni.
Le nostre letture si concentrano sui maggiori autori di riferimento sulla psicoanalisi di gruppo e sui nuovi contributi di studio e ricerche interdisciplinari. (Bibliografia).
L’obiettivo del Gruppo Studio sui Gruppi
Il gruppo ha l’obiettivo di promuovere lo studio e la ricerca relativi alle applicazioni della disciplina psicoanalitica di gruppo nell’ambito delle scienze psicologiche, psicosociali, dei gruppi e delle organizzazioni.Si propone di produrre riflessioni, elaborati, sui diversi argomenti ed esperienze che il gruppo svolge e affronta, al fine di aprirsi alla condivisione e al confronto con altri interessati a queste tematiche e di promuovere una visione dell’uomo complessa, espressione di codici genetici e culturali.
Nell’anno 2014, il gruppo ha partecipato al convegno organizzato dall’istituto di Psicoanalisi H.S. Sullivan, sull’Inconscio di gruppo, con la relazione dal titolo “Il gruppo come stanza della musica: polifonia di inconsci”. Nella relazione il gruppo si interrogava su come potesse la funzione della mente analitica del terapeuta, leggere e dare significati, anche ad esperienze di conduzione di gruppo non analitico. (Vedi relazione convegno sui gruppi).
Perché il gruppo
Lo studio sul Gruppo, permette di entrare in contatto e conoscere le dinamiche della gruppalità interna della mente individuale. Questa si struttura attraverso l’interiorizzazione delle relazioni e l’incontro con l’altro. E’ il risultato della complessità dell’intreccio di relazioni intra ed inter-personali, dei legami delle diverse rappresentazioni interne, dei diversi sistemi difensivi e di come questi si relazionano con il mondo esterno. Ciò porta ad una complessità che rende riduttiva la ricerca di un unico significato, mentre spinge ad un atteggiamento della mente aperta ad una pluralità di significati, insaturi. ‘La pratica analitica è sempre gruppo-analitica, in quanto si rivolge a quelle strutture collettive della mente, definite “gruppalità interna”‘ (Foulkes).Il gruppo, quindi, permette di comprendere e studiare il funzionamento della mente individuale. L’analisi di gruppo può essere il modo per analizzare e studiare i processi intrapersonali e interpersonali, di collegare e comprendere come i legami interni si trasmettano anche a livello transgenerazionale. Il gruppo ed i suoi fenomeni, ci permettono inoltre di entrare in contatto, in modo rapido e amplificato, con gli stati arcaici della mente.
L’incontro con l’altro ci riporta all’esperienza di rispecchiamento materno; nel gruppo, grazie alla molteplicità di riflessi, come “una stanza degli specchi”, ci rimanda parti diverse del Sé. L’immagine di Sé viene diffusa e, contemporaneamente e/o consequenzialmente, si ha la possibilità di avere una percezione maggiore e complessa di se stessi in una situazione di sicurezza.
Il setting gruppale stimola l’emergere del linguaggio primario; la stessa forma del gruppo, il cerchio, consentirebbe una regressione maggiore per la sua capacità contenitiva costituita dai legami plurimi che si strutturano al suo interno.
Infine nel gruppo analitico è possibile osservare e auto-osservare le dinamiche consce ed inconsce che sono presenti in ciascun individuo in relazione agli altri ed a se stesso anche su di un piano sociale.
“Il gruppo,- come sottolinea Kaes,- è un’interfaccia tra lo spazio interno e lo spazio sociale e culturale, il lavoro psicoanalitico di gruppo ci consente di confrontarci col fatto che noi tutti siamo depositari di eredità collettive non-pensate, quelle della violenza distruttiva, delle guerre, dei traumatismi cataclismatici, dei dinieghi di massa.
L’esperienza del gruppo ha importanti e segrete affinità con una grande varietà di esperienze traumatiche anteriori. E’ qui che il gruppo ci confronta con l’incontrollabile, con l’indecifrabile, con tutto ciò che è privo di senso, di presa, di controllo”.